Black Mirror, ora potete diventare anche voi protagonisti di un episodio della serie
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Black Mirror, ora potete diventare anche voi protagonisti di un episodio della serie
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Il primo episodio della sesta stagione di Black Mirror è non solo uno dei più interessanti di questo ciclo ma anche quello che permette di leggere una stratificazione di significati parodici (e forse anche qualche critica) al mondo della serialità in streaming. In Joan Is Awful (Joan è terribile), infatti, una donna qualsiasi diventa la protagonista a sua insaputa di una serie lanciata sulla piattaforma streaming Streamberry, un chiaro calco – nelle grafiche e nei suoni – della stessa Netflix. Inizia così un gioco di scatole cinesi in cui si fondono diversi piani di realtà, ma di fatto l’idea di base è che chiunque potrebbe prima o poi finire come protagonista di una serie creata da algoritmi e immagini digitali. Detto fatto: ora un sito permette di rendere questa prospettiva una realtà.

È Netflix stessa, infatti, ad aver creato Streamberry.tv, un sito che sembra in effetti il catalogo di una piattaforma streaming. I vari titoli inediti, però, come Mad Mind o Average People, rimandano in effetti a produzioni già esistenti nate dalla mente di Charlie Brooker (rispettivamente Bandersnatch e Death to 2020, in questi casi) e più in generale ad altri episodi di Black Mirror. Ma la funzione principale, che ha resto questo indirizzo ormai virale, è You Are Awful: basta cliccare sul pulsante “Make Me Awful” e, caricando o scattandosi una foto in primo piano, si ha la possibilità di creare la locandina della propria serie personalizzata.

Attenzione, però, esattamente come nell’episodio di Black Mirror bisogna leggere attentamente i termini e le condizioni, in cui si cede la possibilità a Netflix di utilizzare la propria immagina per campagne di marketing. Nello stesso episodio, in effetti, Joan si rivolge a un avvocato per scoprire che, quando si era iscritta al fittizio Streamberry, non aveva letto le condizioni del contratto (“Non le legge mai nessuno!”, dice) in cui in sostanza cedeva allo stesso streaming la possibilità di utilizzare le sue fattezze e di realizzare una serie iper-realistica su tutti i fatti della sua vita. Questo sito ovviamente non farà la stessa cosa ma se c’è una cosa che questa serie ci ha insegnato è proprio di fare molta attenzione a come gestiamo la nostra immagine, anche in un’app divertente e popolare come questa.



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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-06-21 08:57:10 ,

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